Tatiana Trouvé e Katharina Grosse, due artiste libere e potenti, insieme fianco a fianco, per la nuova mostra del ciclo UNE ideato dalla direttrice Muriel Mayette-Holtz e a cura di Chiara Parisi per Villa Medici.
Il catalogo, tutto illustrato a colori, è in tre lingue: italiano, inglese e francese. In formato album, ha due sezioni, una dedicata a Grosse e una a Trouvé e anche due copertine. Nelle pagine centrali sono collocati i testi, che fanno da cesura e, al tempo stesso, rappresentano il legame tra le opere delle due artiste.
Le affinità e le differenze nella ricerca di Katharina Grosse e Tatiana Trouvé, così vicine, così lontane, oscillano come un pendolo, senza soluzione di continuità.
Katharina Grosse elegge la pittura, intesa come una membrana, a suo principale mezzo espressivo e adotta il senza titolo in modo ricorrente; Tatiana Trouvé sviscera le infinite potenzialità e variabili del disegno per creare opere cui spesso attribuisce titoli densi di rimandi e di significati. La prima si affida alla potenza anarchica e imprevedibile del colore; la seconda alla seduzione sorprendente dell’oggetto scultoreo ricontestualizzato.
Approcci agli antipodi, apparentemente. Perché quando le due artiste sono messe nella condizione di confrontarsi e di discutere — partendo da posizioni lontane — succede che trovino più punti d’incontro di quanto potessero immaginare: un progetto congiunto che parte da una prospettiva inversa ma che può condurre una concezione comune.
La mostra si tiene a Villa Medici, Roma, dal 2 febbraio al 29 aprile 2018.