Una delle indagini archeologiche più interessanti degli ultimi anni nella Capitale. Al testo hanno collaborato molte professionalità scientifiche al fine di consentire la miglior lettura dell'area archeologica allo stato attuale.
L’anteprima di una delle indagini archeologiche più interessanti degli ultimi anni nella Capitale. Il tema è la via Flaminia antica al V miglio, in un tratto conservatosi miracolosamente integro sotto circa 7 metri di terreno e sigilli alluvionali depositati dalle esondazioni del vicinissimo Tevere. La circostanza del rinvenimento risulta particolarmente spettacolare in quanto l’antica via conserva ai suoi lati quanto rimane di una monumentale necropoli con grandi blocchi marmorei pertinenti a colonne, capitelli, timpani, lastre decorate ed iscrizioni, crollati in situ, che emergono in gruppi monumentali scomposti ma di facile connessione con un sorprendente effetto scenografico, da stampa settecentesca. A completare il carattere eccezionale del rinvenimento sono anche i dati desunti dalla porzione di una grande epigrafe che decorava la parte anteriore di un grandioso mausoleo a tempio, monumento dedicatorio di un importante personaggio storico: Marco Nonio Macrino, prestigioso esponente di una delle più famose famiglie bresciane del II secolo d.C. che svolse parte della sua luminosissima carriera sotto Antonino Pio, concludendola poi con Marco Aurelio di cui fu compagno nella spedizione contro i Quadi e i Marcomanni. Ricordiamo che i media mondiali, in virtù di assonanze tra la storia vera del generale Macrino e quella fantastica di Massimo Decimo Meridio del film di Ridley Scott (Il gladiatore – 2000), hanno reso famoso il sito con il nome di Tomba del Gladiatore. Al testo hanno collaborato molte professionalità scientifiche al fine di consentire la miglior lettura dell’area archeologica allo stato attuale.