Non il tradizionale catalogo di mostra, ma un volume che raccoglie gli interventi di autorevoli studiosi italiani e stranieri per offrire un'interpretazione storica e sociologica senza precedenti dei romani.
Il catalogo rende conto di una mostra complessa e articolata che ha l’ambizione di scardinare finalmente gli stereotipi dell’opinione diffusa sui romani: un popolo violento, razzista, teso ad esercitare e a rafforzare il proprio dominio, allo sfruttamento delle altre genti, alla repressione
del dissenso politico e delle religioni dissonanti con quella di stato. Dai testi epigrafici, dall’attenta disamina delle fonti storiche e letterarie greche e latine, dalle testimonianze archeologiche e dai documenti dell’arte finalmente spiegati scopriamo che i romani non erano sensibili alla purezza della stirpe, visto che fin dalle origini la loro era stata una Città aperta all’integrazione. I saggi contenuti nel volume sono numerosi, brevi e avvincenti nella scrittura perché pensati per un pubblico più vasto di quello degli specialisti e dei cultori della materia. L’apparato iconografico è molto ricco e illustra sia le numerose opere in mostra sia le iscrizioni e i monumenti più significativi in questo ambito socio-politico e culturale. Non il tradizionale catalogo di mostra ma un volume che raccoglie gli interventi di autorevoli studiosi italiani e stranieri (Filippo Coarelli, Fausto Zevi, Aldo Schiavone, Andrew Wallace-Hadrill e tanti altri) per offrire un’interpretazione storica e sociologica senza precedenti dei romani.