Un'inedita ricostruzione dei primi anni del fanciullo prodigio ad Urbino, della dipendenza culturale dalla corte ducale e degli stretti legami con la città natale durante tutta la sua carriera artistica.
Il catalogo racchiude numerosi saggi dei maggiori studiosi di Raffaello e approfondite schede critiche dei capolavori del maestro e della sua cerchia provenienti dai principali musei del mondo (Metropolitan di New York, National Gallery di Londra, Kunsthistorisches di Vienna, gli Uffizi e i Musei Vaticani) esposti eccezionalmente nel Salone del Trono del Palazzo Ducale di Urbino. Una prima parte è dedicata all’ambito artistico-culturale in cui si forma Raffaello e nel quale opera Giovanni Santi, capo di una ricca e fiorente bottega, pittore dei duchi e letterato, autore della famosa Cronaca nella quale esprime importanti giudizi sugli artisti a lui contemporanei. Dopo aver indagato le prime commissioni del “divin pittore”, erede dell’officina paterna, con accanto la figura di Evangelista di Piandimeleto, si esaminano, grazie a nuovi documenti d’archivio, le continue relazioni (dipendenze culturali, interessi economici) tra Raffaello e Urbino: dalla presenza di Bramante, valido supporto per la sua carriera romana come Baldassarre Castiglione, all’influenza di altre personalità della cerchia ducale quali Girolamo Genga e Timoteo Viti. Per una svalutazione dunque dell’esclusivo alunnato presso il Perugino in favore del rapporto di Raffaello con il padre e con l’epicentro culturale costituito dal Palazzo Ducale, con le sue illustri frequentazioni e le sue collezioni d’arte.