Piero Manzoni Divorare l'arte analizza le opere di Manzoni legate all'Arte alimentare, muovendosi in tutte le direzioni possibili e senza preclusioni di sorta, per mettere in luce l'unicità di una ricerca sperimentale che trova le sue radici nella creazione e nella formulazione di un linguaggio espressivo all'avanguardia in grado di allargare l'orizzonte delle percezioni dello spettatore a tutti i campi, a tutti i sensi.
Milano, giovedì 21 luglio 1960: Piero Manzoni accoglie gli invitati presso la Galleria Azimut alla sua mostra-evento, Consumazione dinamica del pubblico dell’arte, disponendo su di un tavolo 150 uova sode, sulle quali ha apposto l’impronta del suo dito pollice. Sono opere d’arte, sculture pronte per essere mangiate in settanta minuti esatti; e il pubblico, senza esitare, le divora tutte, una per una, sotto l’occhio vigile dell’artista. Negli anni a cavallo tra la fine del 1950 e l’inizio degli anni Sessanta, l’arte d’avanguardia sta vivendo un radicale mutamento a livello internazionale: la pittura e la scultura intese in senso accademico vengono messe in discussione, le mostre tradizionali sono soppiantate da eventi, da happening che portano lo spettatore ad essere al centro della scena e il fulcro attorno al quale ruota l’azione dell’artista stesso. Manzoni, dopo aver destituito il quadro da cavalletto del suo ruolo canonico mediante l’utilizzo di elementi extra-pittorici (come il gesso e il caolino che caratterizzano l’Achrome) per azzerarlo e superare così i concetti di figurazione e di astrazione, focalizza la sua ricerca su azioni comportamentali interamente umane mirate a creare un inedito rapporto diretto tra opera e spettatore. Con la Consumazione dinamica del pubblico dell’arte, performance carica di significati simbolici e dalla natura ‘scandalosa’, egli mira attraverso la consumazione delle uova a sacralizzare il rapporto venutosi a creare tra l’artista, le sue creazioni e il pubblico, ma al tempo stesso, arriva ad attaccare criticamente le istituzioni
dell’arte dell’epoca, viste e vissute come al servizio della nascente società dei consumi.