Questo secondo volume raccoglie le opere pittoriche realizzate da Paolo Minoli tra il 1980 e il 1992 organizzandole cronologicamente.
Paolo Minoli (1942-2004) ha sempre indagato gli aspetti spaziali e le potenzialità del colore in una dialettica stringente fra superficie e ambiente, tra cromia e struttura. Il colore è adottato da Minoli come linguaggio e come forma plastica: lo spettro cromatico è il suo alfabeto. Attivo dalla fine degli anni Sessanta, negli anni Ottanta dirige un laboratorio serigrafico a Cantù, la sua città natale, dove interagisce con artisti del calibro di Bruno Munari, Luigi Veronesi, Max Huber, Piero Dorazio. Nel corso degli anni Novanta, fino alla morte prematura, la sua poetica si fa via via più complessa e articolata, con dialoghi suggestivi e stimolanti con altri tramiti espressivi quali la musica e la poesia. Allora Minoli affronta anche il linguaggio della scultura con una determinazione sempre tesa a voler sfidare, più che la materia, la negatività e il vuoto.