Intrecciando l'analisi dei progetti con la rilettura di alcuni tra i più significativi scritti, l'autore ripercorre il lavoro dell'architetto estone-americano Louis I. Kahn.
Tra i principali protagonisti delle vicende architettoniche del secondo dopoguerra, Louis I. Kahn ha lasciato indiscutibili capolavori, tra i quali il Salk Institute a La Jolla, il Kimbell Museum di Fort Worth, il complesso del Parlamento a Dacca. Magnifico costruttore, curioso osservatore, instancabile oratore, Louis Kahn non si sottrae alle responsabilità che accompagnano il mestiere da lui scelto, affiancando il lavoro progettuale con un’inesauribile ricerca intorno ai fondamenti dell’architettura. Intrecciando l’analisi dei progetti con la rilettura di alcuni tra i più significativi scritti kahniani, l’autore ripercorre il lavoro dell’architetto estone-americano, dalla formazione agli esiti monumentali degli anni sessanta e settanta, nel tentativo di cogliere la natura della classicità che ne distingue l’opera matura. Il rapporto instaurato da Kahn con il raffinato ambiente culturale che ruota intorno alla figura di George Howe a Yale, la lezione appresa dagli antichi osservando le rovine romane in occasione del viaggio nel Mediterraneo del 1951, il lavoro in cantiere a fianco dell’ingegnere August Komendant sono solo alcuni dei temi affrontati nel presente volume, che propone, inoltre, un’ampia campagna fotografica appositamente realizzata dalla fotografa Alessandra Chemollo.