Originalità e caratteristiche della produzione pittorica inglese dagli albori del medioevo agli sviluppi più recenti.
L’arte in Gran Bretagna, a differenza di quanto accade nella maggior parte dei paesi europei, non si presta molto alla abituale suddivisione per categorie storiche. La sua insularità ha avuto indubbiamente grande importanza nel determinare varianti e tradizioni locali del gusto occidentale, non tanto in forma di isolamento e di chiusura quanto piuttosto di scelta fra le diverse tendenze europee. Queste pervennero nell’isola a varie riprese fin dalla preistoria, con l’occupazione romana, con l’evangelizzazione, con le invasioni germaniche e la conquista normanna, e poi attraverso le complesse vicende politiche e religiose del medioevo e del Rinascimento, con le correnti culturali dell’illuminismo, del classicismo e del XIX secolo. Esse determinarono a loro volta elaborazioni locali che ebbero una notevole influenza sull’arte europea, giungendo talvolta a espressioni d’avanguardia rispetto al continente anche sul piano delle poetiche e del gusto figurativo.
Il volume La pittura inglese, curato da Michael Kitson, tratta con particolare attenzione il periodo barocco, esaminando la straordinaria personalità di William Hogarth, il periodo romantico, contrassegnato da due straordinari artisti, Constable e Turner, e il movimento pre-raffaellita fino ad arrivare alle avanguardie del ‘900, dominate dalle figure di Francis Bacon e Lucien Freud.
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