Il complesso rapporto fra la tradizione orale e la cultura scritta, e le modalità di evoluzione e trasmissione di quest'ultima sono tra i temi trattati nel percorso espositivo che questo catalogo illustra.
La scelta di allestire una mostra su un tema astratto come la cultura, che ha lasciato scarse tracce tangibili in ambito archeologico a fronte di un’enorme messe di informazioni tramandate dalle fonti letterarie e di studi, anche molto recenti, sul’argomento, è nata da fattori contingenti di ambito romano, ma si pone nella scia della “rivisitazione” della civiltà romana, di cui sono ben noti al grande pubblico gli aspetti bellici connessi alle conquiste e al controllo dei territori, avviata dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma con la mostra “Roma Caput mundi” organizzata nel 2012. Quel popolo di conquistatori adusi a consuetudini cruente, come gli spettacoli anfiteatrali, ha investito massicciamente nella cultura e nella formazione delle classi dirigenti, ha diffuso l’alfabetizzazione in ogni strato sociale, ha unificato culturalmente la maggior parte dei territori dell’impero e, per primo, ha istituito l’insegnamento pubblico a spese dello Stato. Non è, questa, una mostra del “bello”, ma il racconto di come e con quali strumenti tutto ciò sia stato possibile.