Dopo vent'anni dall'ultima grande mostra alla Fondazione Cini di Venezia, una nuova occasione per approfondire l'opera di uno dei più importanti scultori contemporanei e la sua vicenda italiana. Rappresentativa dell'intera carriera dell'artista dagli anni venti agli anni settanta la ricca selezione delle opere (sculture, disegni, acquerelli, stampe, filmati), provenienti prevalentemente dalla Tate di Londra, partner dell'iniziativa, arricchita da prestiti eccellenti dall'Italia.
Il volume si apre con un saggio di Stephens che indaga la produzione di Moore nel suo peculiare rapporto tra pieni e vuoti in un senso di continuità tra dentro e fuori, così che le sculture, come
le celebri figure femminili sdraiate espressione di un’eterna femminilità, non vivono solo nello spazio ma al contempo lo creano. Originale attenzione è riservata al contesto inglese della prima metà del XX secolo e all’influenza che Moore ha esercitato sui giovani artisti britannici. Coerentemente con l’aura della sede espositiva, si approfondisce inoltre lo stretto rapporto dello scultore con l’antico, si ripercorrono le sue storiche mostre in Italia e la loro ricezione da parte della cultura artistica dagli anni cinquanta. Seguono testi incentrati su alcune tematiche proprie della poetica dell’autore, quali il binomio surrealismo e astrattismo, guerra e pace (con gli Shelter Drawings), l’arte pubblica con le realizzazioni monumentali in dialogo con i luoghi. Particolarmente folta la serie degli apparati con un’utile biografia illustrata e una nutrita antologia critica che comprende testi classici su Moore e una esaustiva raccolta di scritti di Moore dedicati all’Italia.