Il fascino duraturo che emana dalle opere di Klimt non nasce solo dalla loro seducente bellezza, ma anche dallo stretto rapporto che egli ebbe con i luoghi della sua vita.
Vienna, la città di Freud, di Mahler, del giovane Schiele, la capitale della Secessione – il movimento che meglio seppe esprimere le contraddizioni di fine secolo – colta, sfavillante ma lecerata. Ravenna, dove nel 1903 Klimt scoprì la magnificenza dei mosaici e degli ori bizzantini. L’Attersee, luogo prediletto dei suoi soggiorni estivi, dove l’artista traeva ispirazione dalla natura e l’uomo si rigenerava.
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