Sette stanze allestite da Giulio Paolini nelle sale di Palazzo Forti: uno spaccato affascinante del lavoro di un protagonista della scena artistica italiana degli ultimi cinquant'anni.
“Gli enigmi che attraversano il suo lavoro e la coscienza di una ‘visione’ problematica che sottolinea il fragile confine tra la presenza e l’assenza, l’essere delle cose e la loro inesprimibile virtualità, hanno reso il linguaggio di Paolini un riferimento ineludibile nel panorama culturale degli ultimi quarant’anni.” Queste le parole di Giorgio Cortenova, direttore di Palazzo Forti a Verona, che dedica una bella mostra all’artista italiano premiato con un importante riconoscimento alla carriera.
Il volume, arricchito dai contributi critici di diversi studiosi di arte contemporanea, presenta sette “stanze” allestite da Paolini nelle sale di Palazzo Forti tali da ripercorrere il proprio itinerario creativo. Nessuna di queste “stanze” può dirsi nuova, nessuna vede la luce per la prima volta, poiché tutte furono allestite in altre occasioni nel corso delle sue mostre. Ma come scrive lo stesso artista “tutte si dichiarano inedite”, ritrovano o rinnovano qui la loro immagine originaria. Addirittura, poste l’una accanto all’altra sembrano costituire un’opera sola che coincide con l’intera esposizione.