Un regesto figurato con oltre 100 manifesti futuristi e vario materiale a stampa, dal 1911 fino agli anni quaranta. Un omaggio allo strumento principe della comunicazione futurista, veloce immediato e "fortemente pubblicitario".
Il primo manifesto di Filippo Tommaso Marinetti fu una violenta esplosione sullo sfondo di un’Italia ancora assopita fra i retaggi di una cultura tardoromantica e ottocentesca. Velocità, dinamismo, azione, modernità, insieme al disprezzo per la tradizione e l’accademismo, sono i valori alla base del grido futurista, che si solleva per il rinnovamento della società italiana, affidandosi, quale arma di battaglia, proprio alle speciali modalità del manifesto, cui vengono oggi dedicati la mostra e il catalogo Futurismo Manifesto 100×100, a cura di Achille Bonito Oliva. Gli autori degli interessanti contributi del catalogo provengono da discipline differenti: con il curatore, il poliedrico e trasversale Achille Bonito Oliva, compaiono uno storico, Lucio Villari, il musicista e artista Daniele Lombardi, lo storico dell’arte Alessandro Masi, il video artista Vincenzo Capalbo, l’architetto Marilena Bertozzi e la storica e curatrice d’arte Francesca Barbi nonché nipote di Marinetti.