Il volume documenta alcuni dei più pregnanti episodi della complessa e meditata attività di ricerca progettuale e professionale di Francesco Cellini svolta lungo quasi cinquant'anni, mettendone a fuoco i caratteri e gli obiettivi.
Tra le sue caratteristiche principali: il radicale funzionalismo, sostenuto dalla convinzione che, nell’attenta e umanistica interpretazione del programma, ci sia tanto un ineludibile obbligo etico, quanto un fondamento poetico; la predilezione, quasi costante, per l’uso di repertori formali seriali, ortogonali o euclidei, organizzati secondo strutture compositive altrettanto elementari e rigorose, ma tali da introdurre fra le cose uno stato di non pacificata tensione interna, di criticità e inquietudine conoscitiva; l’attenzione nell’indagine statica e costruttiva, indotta dalla certezza che una delle ragioni della vitalità di ogni forma, in architettura, risieda nella comprensione e nell’espressione delle forze fisiche sottostanti e delle conoscenze umane reificate in ogni elemento e procedimento tettonico.
Nella ricerca di Francesco Cellini c’è infine una particolare considerazione per la storia dell’architettura, dei contesti, dei tipi e dei luoghi, priva però di ogni automatismo storicistico: come se il senso (l’insieme di valori che si è venuto accumulando sugli oggetti del mondo) sia conoscibile per via d’indagine, ma mai, per la stessa via, resti deducibile o rievocabile. Potrà invece esser riattivato o rinnovato soltanto, e soltanto parzialmente, attraverso una rischiosa reinterpretazione personale.
Il volume esplora parallelamente l’evoluzione dei modi, dell’organizzazione e degli strumenti di lavoro, che nel periodo esaminato hanno vissuto una radicale trasformazione informatica. Ciò è particolarmente evidente nel caso del disegno a mano, che qui viene indagato nelle fasi iniziali ed ancora incerte del processo progettuale.
Gli esempi illustrano infatti la progressiva e forzata mutazione delle procedure impiegate e, nello stesso tempo, la sostanziale permanenza dei principi e delle opzioni di fondo; in sintesi dimostrano la solidità delle scelte e la tenacia di un mestiere.
Il saggio critico è di Francesco Dal Co.