Vittima dei miti che essa stessa alimenta, Firenze ha vissuto in maniera burrascosa la modernizzazione, il processo che Cresti ricostruisce in queste pagine spingendosi fino a considerare gli accadimenti più prossimi all'attualità.
Carlo Cresti, autore di questo libro, definisce le vicende legate al trasferimento della capitale d’Italia a Firenze “una meteora non luminosa”; non poche delle cause che, tra Ottocento e Novecento, hanno contribuito a segnare il destino di questa città unica possono esservi ricondotte. Vittima dei miti che essa stessa alimenta, Firenze ha vissuto in maniera burrascosa la modernizzazione, il processo che Cresti ricostruisce in queste pagine spingendosi fino a considerare gli accadimenti più prossimi all’attualità. Di questo processo il libro individua le emergenze e intorno ad esse disegna la mappa di un intricato tessuto connettivo. È un racconto che rifiuta schematismi metodologici e si dimostra capace di cogliere il sovrapporsi di prospettive con il quale la storia urbana deve sapersi confrontare. La modernizzazione di Firenze è scandita da un’insuperabile incertezza. In essa si riflette il modo scontroso e sospettoso che la città adotta nei confronti della contemporaneità. Un movimento pendolare ne scandisce la storia. Oscillando tra poli opposti, tra innovazione e conservazione, il pendolo sembra sposarsi su piani sfalsati e mai stabilire una connessione tra gli estremi che raggiunge. Austera, protetta dal velo della sua gloria – un’ombra che però non offre alcun ristoro – Firenze subisce il veleno della modernizzazione senza predisporsi ad assumere antidoti efficaci.