Il catalogo presenta gli ultimi acquarelli eseguiti nel 2006 sul ritmo della musica per frequenze casuali in John Cage's story.
L’esoterico e lo spirituale sono l’eco che Elisa, nel suo profondo esistenzialismo, sente di più. Attraverso le sperimentazione tecniche, su cui forgia i suoi inizi con Mirko, l’incisione, la tempera all’uovo, il mosaico, l’oreficeria, lo sbalzo, esce dolce e sommessa la sua voce, che s’inclina ad ascendenze orientali, dopo l’incontro con la cultura cinese. L’Oriente per lei diventa maestro di vita, anche quando negli anni ’70 segue le tendenze minimal, con un infittirsi e diradarsi di un segno netto, nero sul bianco della carta. Una sorta di giardino concluso suggerisce nella mostra le diverse anime dell’artista dalle scarpette da Alì Babà del mosaico centrale Pantofole Pari Banu (1997), al rigore in bianco e nero dei Tropismi o Morfologie del ’77, alla suggestione dei formati piccolissimi delle sue opere, da Gorgo rosso del 1993 al Dittico blu del 2003, che si contrappongono sui pannelli esterni, al macrocosmo dei dipinti alle pareti.