"Il movimento femminista nell'arte rappresenta qualcosa di veramente nuovo: nel suo essere legato alla realtà delle trasformazioni sociale rende visibile un fondamentale rovesciamenti dei valori" (Lawrence Allowey, 1975).
Il catalogo getta una luce su una produzione artistica ancora poco nota in Italia e si distingue per un raffinatissimo corredo fotografico. Centro focale della mostra è un nucleo di opere ancora poco note al grande pubblico, risalenti ai primissimi anni dell’attività artistica di Cindy Sherman; insieme ai lavori dell’artista, fotografa, e regista statunitense vi è un consistente gruppo di fotografie di Francesca Woodman la quale, malgrado la sua brevissima esistenza, viene considerata una delle più influenti artiste fotografiche degli ultimi anni del ventesimo secolo. Altri nomi sono Eleanor Antin, Hannah Wilke, Birgit Jürgenssen, e Valie Export. Sebbene la maggior parte di loro non consideri o non
abbia definito il proprio lavoro propriamente femminista, molte delle loro opere richiamano l’attenzione su tematiche indubitabilmente ‘femministe’: il corpo, spesso proprio quello dell’artista, e lo stereotipo della donna come appare nella cinematografia, nella televisione e sui giornali.