La connessione di una pittura sensuosamente legata allo scorrere di una vita dominata dall'eros: un'artista per cui dipingere era come respirare.
Esordendo come pittore autodidatta, nel quale confluiscono suggestioni letterarie e influenze della pittura metafisica, De Pisis, dopo la conoscenza dell’impressionismo francese e dei “fauves” unita all’amore per i più antichi maestri italiani, acquistò una visione squisitamente pittorica in cui la sensazione immediata prevale sulla riflessione mentale, un’ansia di esprimere simultaneamente l’inquieta mobilità delle cose attraverso raffinati timbri cromatici e fluidità di tocco.
La presente monografia cerca, attraverso una lunga ricerca sulle fonti, di orientarsi tra la dispersione e la sinusoide qualitativa dell’opera dell’artista, così intimamente connessa con l’esperienza di una vita fatta di estroversioni e di smarrimenti, stanchezza inventiva e esaltazione. Una vita che si è svolta sotto il segno del disordine, trasmesso, inevitabilmente, anche alla vicenda dei suoi dipinti.