Il tema dei saggi qui raccolti è quello del permanere del classico, ovvero di come le forme classiche si riproducono e si rinnovano anche nei decenni in cui l'architettura del Novecento sembra avviata su altri percorsi.
In che misura il “classico” permane questione centrale nella ricerca architettonica del Novecento? A questa domanda sono state date molte e contrastanti risposte, spesso viziate da pregiudizi di carattere ideologico. Ma le ricerche più recenti non lasciano spazio alle soluzioni di comodo: continuare a presentare gli sviluppi dell’architettura contemporanea nei primi decenni del Novecento quali espressioni di un comune e condiviso atteggiamento anticlassico non ha alcun senso. Il tema dei saggi qui raccolti è quello del permanere del classico, ovvero di come le forme classiche si riproducono e si rinnovano anche nei decenni in cui l’architettura del Novecento parrebbe identificarsi con lo spoglio rigore dello stile razionalista e con le istanze etico-formali che Nikolaus Pevsner ha considerato premesse del concetto storiografico di “Movimento moderno”.
Frutto di un confronto seminariale, il libro raccogli contributi che spaziano su orizzonti diversi e sono espressione di ipotesi di ricerca non omogenee. Consentono però utili approfondimenti e impegnano il lettore in uno sforzo di sintesi e in un esercizio critico.