Un'ampia visione della ricca esperienza molliniana che chiarisce lo spirito, le tematiche e le qualità del lavoro dell'architetto, attraverso l'esposizione dei rari mobili autentici e di opere provenienti da collezioni private americane ed europee, tra cui la più completa esistente, quella del gallerista svizzero Bruno Bischofberger.
Simpatico e altero, concentrato e distratto, ogni antitesi è lecita per raccontare la personalità dell’eccezionale architetto-ingegnere, lucido sognatore sufficiente
a se stesso che mai acconsentì alle “banalità” di una spiegazione della propria espressione. Raffinato outsider del mondo del progetto Mollino accoglie stimoli del Secondo Futurismo e delle avanguardie surrealiste, miscelandole in modo magico alla professione di architetto. I suoi mobili, quasi tutti commissionati e creati come pezzi unici e per luoghi specifici di cui erano parte integrante,
sintetizzano tensioni creative spinte verso l’assunzione delle forme organiche come riferimento e delle curve
femminili come modello. Una grande mostra, raccolta in un importante volume con interventi critici di Portoghesi, Lisa Ponti, Roggero e Marras, dedica spazio ai progetti sui mobili, agli interni e alle famose auto ma anche alla sua incredibile passione per la fotografia, dove oltre duecento esemplari, unitamente a pezzi emblematici, permetteranno di riunire i vari momenti di quella che fu sempre una componente intima nel rapporto tra Mollino e la propria creatività.