Dopo il successo di Warhol e Dali, il terzo volume della fortunata serie dedicato a Francis Bacon il dublinese "maledetto"
Trapiantato a Londra, pittore ai limiti della patologia estetica, ha
trovato nell’eccesso la sua sublime grandezza. Le sue opere continuano
a produrre il medesimo effetto, hanno la capacità di commuoverci
senza che riusciamo a capirne esattamente la ragione;
ci trasmettono il significato profondo dell’essere umano, “il povero
animale bipede ignudo” di Re Lear.
E’ cosa nota che esercitava un certo appeal su coloro che incontrava.
I l suo aspetto, il suo linguaggio e le sue azioni erano molto
diversi da quelli della gente comune.
Vengono rivelati i lati inediti di Bacon: all’età di sedici anni per
esempio suo padre lo sorprese con indosso la biancheria intima
della madre e lo cacciò di casa. Una storia di umiliazione e rifiuto
che sembra aver segnato il giovane Francis con un profondo senso
di colpa ed emarginazione, e che insinuò in lui anche la consapevolezza
dell’assurdità della vita borghese, con le sue convenzioni e
le sue ipocrisie. Per tutta la vita Bacon mantenne questo punto di
vista: considerava duchesse, militari, preti e se stesso come attori
in una sorta di teatro che chiamiamo società civile.
Con lo stile caratteristico della serie, i testi, i disegni e le riproduzioni
delle opere offrono una panoramica essenziale, accurata e decisamente
brillante sulla vita e sul lavoro di questo grande artista.