Tredici brevi saggi firmati dal cileno Smiljan Radić sulla sua concezione di architettura nella nuova veste grafica della storica collana A&a – Architetti e architettura.
Smiljan Radić (Santiago del Cile, 1965) è uno dei più dotati e originali tra gli architetti contemporanei. Ha al suo attivo opere che sono pietre di paragone per la pratica professionale e che hanno scandito una carriera prolifica e dai tratti inconfondibili, come lo sono quelle da lui costruite dagli anni novanta del secolo scorso, a iniziare dalla “casa-rifugio” a San Miguel nell’isola di Chiloé, dalla “casa-fornace” nella pianura di Culiprán, per arrivare al celebre ristorante Mestizo a Santiago del Cile, alla Casa para el Poema del Ángulo Recto a Viches, sino al padiglione, una folly, costruito per la Serpentine Gallery a Londra. Per comprendere dove affondano le radici della fantasia di cui le opere di Radić sono espressione, di come essa sia nutrita da una instancabile, disincantata ed eterodossa osservazione della realtà, la lettura degli scritti raccolti in Accade che appaia un cane che parla è fondamentale. L’abolito, quanto vive ai margini della civilizzazione, il mondo dell’emarginazione e i resti del consunto, come spiega il libro, offrono a Radić i materiali da lui impiegati nelle sue costruzioni, non di rado collocate sul limite che le separa dal condividere la precarietà che costituisce il tema, la forma e il contenuto delle sue fortunate installazioni, quale, per esempio, El Niño Escondido e un Pez del 2010.
Accade che appaia un cane che parla non spiega soltanto come tutto ciò che è fragile, costruito spontaneamente, impiegando gli scarti dell’uso, necessariamente temporaneo ma destinato a riapparire come lo è tutto ciò che l’emarginazione riproduce, offra a Radić i materiali dei suoi progetti, ma spiega anche quali sono gli interlocutori di cui il disincantato, surreale pessimismo con cui osserva il mondo in cui lavora vadano individuati tra poeti quali: Saint-John Perse, Giorgos Seferis, Bruno Schulz, o René Char, tra filosofi come Emil Cioran e Giorgio Agamben, in personaggi quale Tadeusz Kantor. Oltre che con loro, in Accade che appaia un cane che parla si svolge un confronto serrato, dichiaratamente estraneo ai luoghi comuni che non di rado i progettisti e molti di quanti si occupano di architettura sono soliti utilizzare, con architetti quali Aldo Rossi, Frederick Kiesler e Nieuwenhuys Constant, in particolare.
Traduzione dallo spagnolo di Andrea Ambroso.
€ 20,00
- Formato
- 14 x 21
- Legatura
- brossura con alette
- Pagine
- 120
- Anno di pubblicazione
- 2022
- ISBN
- 9788892820562
- Lingua
- Italiano
- Genere
- Architettura
- Marchio
- Electa