Fotografata con dettagli a grandezza naturale, l'Ultima Cena rivela ciò che la visione a distanza non consente nella realtà: la luminosità dei colori, il chiaroscuro degli incarnati, l'espressività dei volti, le tracce di lacche e di dorature, i finissimi dettagli della natura morta. Oggi come allora - quando, nel 1999, al termine di un intervento ventennale la pittura fu liberata dai precedenti restauri e rifacimenti - il capolavoro di Leonardo colpisce lo spettatore per la sua straordinaria nitezza, come spiega anche Pietro C. Marani nella sua rilettura critica del dipinto.
In occasione del cinquecentenario leonardesco il volume, rilegato in bodoniana, ripropone al lettore la campagna fotografica di Antonio Quattrone realizzata nel 1999 a conclusione del ventennale restauro dell’Ultima Cena. Le fotografie riproducono il dipinto attraverso avvicinamenti progressivi, dal generale al particolare, fino alla riproduzione di alcuni dettagli a grandezza naturale, riconoscibili per l’impaginazione smarginata.
L’apparato iconografico di questo libro – che offre al lettore una visione ravvicinata oggi impossibile nella realtà – restituisce quel senso di sorpresa che solo la presa diretta con l’opera può generare nell’osservatore.