Electa pubblica il catalogo della mostra Pompei@Madre. Materia Archeologica, accolta negli spazi espositivi del MADRE - museo d'arte contemporanea Donnaregina di Napoli e articolata in due capitoli: Pompei@Madre. Materia Archeologica (19.11.17 - 30.04.18) e Pompei@Madre. Materia Archeologica: Le Collezioni (19.11.17 - 24.09.18).
A cura di Massimo Osanna e Andrea Viliani, con il coordinamento curatoriale di Luigi Gallo per la sezione moderna, il volume comprende contributi scientifici insieme a un visual essay che affianca, in un confronto visivo, le immagini delle opere moderne e contemporanee con i manufatti e i documenti esposti in mostra.
Si tratta di un progetto basato su un rigoroso programma di ricerca, risultato dell’inedita collaborazione fra il MADRE e il Parco Archeologico di Pompei, che propone un dialogo fra straordinari ma poco conosciuti materiali archeologici di provenienza pompeiana – architetture, sculture, pitture parietali, manufatti d’uso comune, resti organici – e opere di artisti e intellettuali moderni e contemporanei da Johann Joachim Winckelmann a Johann Wolfgang Goethe, da François-René de Chateaubriand e Madame de Staël a Stendhal, da Le Corbusier a Fausto Melotti, da Robert Rauschenberg e Andy Warhol a Mark Dion, Jimmie Durham, Allan McCollum e Betty Woodman, da Victor Burgin a Luigi Ghirri e Mimmo Jodice, da Trisha Donnelly, Haris Epaminonda, Iman Issa, Goshka Macuga, Laure Prouvost a Wade Guyton, Roberto Cuoghi, Mike Nelson, Christodoulos Panayiotou e Adrián Villar Rojas.
Attraverso un percorso concepito e strutturato come una perlustrazione circolare, le opere moderne e contemporanee rivendicano il valore e l’ispirazione della “materia archeologica” pompeiana fungendo da vettore fra spazi, tempi e culture differenti, continuando a metterli a confronto fra loro.
Come un’ipotetica campagna di scavo intellettuale, questa mostra torna a riscoprire Pompei accompagnando il visitatore in un viaggio a ritroso nel tempo, in una triangolazione fra contemporaneo, moderno e antico in cui l’unità e la realtà si danno, come sempre nell’archeologia – ma anche nella (fanta)scienza e nella ricerca artistica, non solo contemporanea – solo per frammenti, e procedendo per ipotesi.