Il riserbo dei salotti torinesi può celare un velo di crudeltà tanto discreta quanto efferata. Così, la morte di Amedeo Gravini, un noto chitarrista, sul palco del Teatro Carignano svela man mano l'esistenza di una fitta rete di relazioni torbide. Una rete fatta di condizionamenti politici ed economici e governata da chi trama dietro le quinte della rispettabilità.
Al suo romanzo di esordio Gregorio Fracchia stupisce il lettore con un giallo a sfondo musicale dalla trama elaborata e dal ritmo serrato. Tra i personaggi, fortemente caratterizzati anche grazie a diversi registri linguistici, spiccano un chitarrista omonimo di Andrés Segovia — forse un omaggio dell’autore, a sua volta chitarrista, al grande maestro andaluso —, una fascinosa PM e un tignoso commissario che indagano sul caso. La ricerca del colpevole, che passa attraverso alcuni cambi di prospettiva alquanto originali, trova una soluzione che piomba inattesa a sbalordire non solo il lettore, ma gli stessi protagonisti dell’intricata inchiesta.