Il volume è il catalogo della mostra omonima, che propone il ritorno dell’arte contemporanea nell’area archeologica centrale della Capitale, permettendo di rivivere gli spazi di Roma imperiale non solo ai turisti e visitatori delle antichità, ma anche a quanti aspettavano di poter rivedere una mostra sul Palatino e agli artisti stessi, che con il loro lavoro ridanno vita a questi luoghi. La scelta delle curatrici di puntare su artisti in maggioranza giovani, dalle personalità ancora mutevoli, centra a pieno l’obiettivo di far ripartire il tempo dell’antico, perché il gesto dell’artista riesce a trasformare la percezione di un luogo, perfino a sconvolgerla. Tuttavia la contemporaneità non rompe con il passato. Semmai dialoga creativamente, magari in forme inaspettate, ma suscitando sempre la partecipazione attiva dello spettatore. L’intervento contemporaneo è dunque rivolto a noi, e inteso a stimolare in chi osserva la ricerca di un rapporto nuovo e intenso con un luogo così carico distoria, per romperne la dimensione fissa e immutabile. I luoghi più segreti del Palatino, simbolo del potere della Roma imperiale, e dunque in antico chiuso alle moltitudini, vengono così doppiamente restituiti: alla dimensione creativa della contemporaneità e, finalmente, ai visitatori che da troppo tempo non potevano goderne.