Il volume accompagna la mostra omonima, il cui progetto si basa sulla ricchezza del fondo fotografico del Musée Picasso. Il percorso si articola in tre parti e propone 176 stampe fotografiche databili dal 1901 al 1971 oltre a una trentina di dipinti, sculture, disegni e riproduzioni dell’artista.
Nel periodo che va dal 1901 al 1921, Picasso scopre la fotografia e inizia a sperimentarla: si misura con la ripresa, si mette in scena, per lo più nell’atelier accanto alle sue tele, analizzando alcune immagini per tradurle in pittura. Tra il 1932 e il 1962, ormai famoso, abbandona l’apparecchio fotografico. Nel 1932 incontra Brassaï, in occasione della pubblicazione delle sue sculture sulla rivista “Minotaure”. Dora Maar, la sua nuova compagna, entra in scena nel 1936 e documenta la genesi di Guernica. Nel 1954 prende sotto la sua ala il giovane André Villers che a partire da sagome ritagliate da Picasso crea fotogrammi e sovrimpressioni, in parte pubblicati nel volume Diurnes (1962) con poesie di Jacques Prévert. Dopo la seconda guerra mondiale Picasso coltiva la propria immagine di artista moderno attraverso la stampa illustrata, che conosce uno sviluppo senza precedenti. Non è solo un modello per fotografi come Robert Capa, Henri Cartier- Bresson, Lucien Clergue, David Douglas Duncan, Robert Doisneau, Edward Quinn, che con le loro immagini alimentano le pagine delle riviste, ma è anche il protagonista di scatti in cui mette in scena una forma di intimità.
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