Un artista inquieto, scontento e insofferente: un iter svolto in completa solitudine tra la Bretagna, l'isola di Burano, i colli di Asolo e il Montello.
Gino Rossi, formatosi a contatto con la cultura figurativa francese, espresse nei suoi dipinti la potenzialità espressiva della sintesi cromatica, anche se spesso ridotta a ritmi compositivi tendenti al decorativismo. A partire dal 1918 produsse opere di ispirazione cubista, con interesse prevalente per i problemi di costruzione della forma. La sua attività artistica si interruppe bruscamente allorché nel 1926 venne ricoverato in manicomio.
La presente monografia, attraverso una difficile selezione delle opere, vuole essere una fonte indispensabile di informazioni circa un autore poco conosciuto, la cui fisionomia artistica è di difficile interpretazione sia per i vuoti d’attività, sia per la varietà del linguaggio espressivo, e cerca di restituire all’artista la sua verità e rilevanza nel panorama artistico italiano ed europeo della prima metà del Novecento.