Tintoretto elabora originali soluzioni compositive con un dichiarato gusto teatrale e con uno spregiudicato uso di luci artificiali e prospettive diagonali, che ne fanno uno dei più importanti pittori veneziani della seconda metà del Cinquecento.
La monografia, divisa in tre volumi, analizza le opere sacre e profane e la ritrattistica di Tintoretto. Inizialmente si esaminano i momenti salienti e caratterizzanti della carriera dell’artista, successivamente sono riportati tutti i dati documentari della vita del pittore e le sue opere autografe, attribuite e perdute. In apparenza il contrasto tra la ritrattistica e i dipinti a carattere religioso è piuttosto evidente: mentre in questi ultimi l’artista ritrae gli umili, la “gente minuta” posta di fronte al divino, i dipinti civili raffigurano l’élite del suo tempo. Ma la contraddizione non è che apparente. In Tintoretto, che dipinge la crisi di un’epoca, l’autunno del Rinascimento, naturale e innaturale, terreno e ultraterreno, reale e irreale, si fondono in un’unica e malinconica visione.