Il più geniale e innovativo discepolo di Raffaello: una monografia spregiudicata piena di storie nuove e interrogativi.
L’opera di Giulio Romano analizzata in rapporto al contesto di cui essa è parte integrante: ambienti di corte, mentalità, pensiero religioso, costumi, convenzioni. Sia essa pittorica, decorativa, architettonica o scenografica, la regia dell’artista si estende dai più minuti aspetti elitari, ma nel contempo porta con sé frammenti di mentalità popolare, l’amore per i contrasti, per le irregolarità, per l’eccentrico.
Il volume si articola secondo differenti approcci: le continuità e discontinuità con la tradizione, le domande di un particolare ambiente cortigiano, gli ideali di un’epoca-limite, percorsa da inquietudini e contraddizioni profonde. La ricerca si sviluppa su più temi e ne escono storie nuove piene di interrogativi: per l’opera precedente al 1524 come per i cicli pittorici e l’architettura di palazzo Te, per le fabbriche religiose e per i lavori mantovani, mentre una radicale revisione ha investito il catalogo dei quadri e dei disegni.