Il fascino e il mistero delle preziose oreficerie dei popoli dell'Eurasia: le uniche tracce dell'esistenza di una civiltà fortemente creativa, ma improvvisamente scomparsa.
Gli abitanti delle steppe fra la Crimea, il Caucaso e le pianure russe seppero plasmare, tra il V e il IV secolo a.C., inestimabili tesori, che rappresentano oggi l’unica traccia dell’esistenza di una civiltà fortemente creativa, ma improvvisamente scomparsa nel III secolo. Il catalogo della mostra milanese, ricco di immagini preziose e densi contributi critici, propone al pubblico la bellezza, il fascino e il mistero dei preziosi manufatti dei popoli dell’Eurasia. Oltre agli ori degli Sciti, da tempo noti fra i più importanti reperti dell’archeologia euroasiatica, analizza duecento preziosissimi lavori in oro assolutamente inediti e scoperti una decina d’anni fa a Filippovka, nella Russia meridionale. Un sensazionale ritrovamento che, accanto a numerosissime appliques dorate raffiguranti animali di ogni tipo – cervi, volpi, leopardi, uccelli, cammelli, pesci, arieti – , comprende le meravigliose statuette di cervi dorati dalle lunghe corna intrecciate con l’eleganza e la leggerezza di un ricamo.