La mostra si ispira nel titolo alla celebre Forma Urbis Romae, la pianta marmorea di età imperiale che ha svelato in parte il volto dell'antica Roma.
La mostra, ispirandosi nel titolo alla celebre Forma Urbis Romae, la pianta marmorea di età imperiale che ha svelato seppur frammentariamente il volto dell’antica Roma, tradisce l’intendimento di ragionare sulla salvaguardia e la valorizzazione dell’enorme patrimonio archeologico che costituisce l’ossatura di una metropoli moderna cui deve oggi necessariamente dialogare. Da un lato si è naturalmente posta l’attenzione sulla conoscenza del bene ripercorrendo la storia degli scavi che proprio nell’area centrale nel corso dei secoli hanno fatto nascere e progredire l’archeologia come documentano le opere esposte, simbolicamente selezionate. Ad esse sono state accostate le sculture rinvenute in indagini recenti, che per la prima volta vengono presentate al pubblico a testimoniare che la ricerca continua. Ma il fulcro dell’esposizione, che si dispiega con un avveniristico allestimento disegnato da Massimiliano Fuksas all’interno dei suggestivi spazi del Colosseo, il monumento simbolo di Roma, è rappresentato dagli studi urbanistici che dal secolo scorso hanno mirato a ricomporre nella fruibilità del tessuto urbano l’unità perduta mentre diversi plastici realizzati per l’occasione illustrano gli ultimi progetti.
Il catalogo, dall’impianto grafico altamente innovativo, comprende una prima parte dedicata agli autorevoli interventi interpretativi del soprintendente Adriano La Regina e dell’architetto Massimiliano Fuksas, corredati da un apparato iconografico realizzato per l’occasione. Nella seconda sezione sono invece tradizionalmente illustrate le opere in mostra con particolare risalto per le sculture inedite.
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