Un approccio innovativo nella lettura delle forme delle opere di Leon Battista Alberti: un'analisi ravvicinata di alcuni dei suoi edifici più conosciuti e un'indagine sul modo di usare i modelli, antichi e medievali, da parte dell'architetto.
Specifica intenzione del libro è indagare l’uso di forme e modelli architettonici da parte di Leon Battista Alberti. La prima parte è dedicata a un’analisi ravvicinata di alcuni degli edifici più conosciuti di Alberti, palazzo Rucellai e Santa Maria Novella a Firenze, Sant’Andrea a Mantova, partendo dal complesso concetto di bellezza-ornamento che viene articolato nel De re aedificatoria, il trattato albertiano sull’architettura. La seconda comprende un’indagine sul modo di usare i modelli, antichi e medievali, da parte di Alberti, in relazione principalmente alle conoscenze storiche disponibili al tempo -Alberti è un grande umanista oltre che architetto- che vengono fatte reagire con luoghi e committenti con i quali l’architetto si confronta. Leon Battista Alberti è una delle figure di maggior rilievo dell’intera storia dell’architettura occidentale. Nasce nel 1404 a Genova, da una famiglia patrizia di esuli fiorentini, si forma a Padova e a Bologna. Nei primi anni trenta entra a far parte della curia papale, e dopo un breve periodo fiorentino si trasferisce a Roma, dove vive per buona parte della sua vita. Fino agli anni quaranta si dedica prevalentemente a studi umanistici, scrivendo diverse opere letterarie. Comincia a interessarsi di architettura tardi, indaga approfonditamente l’architettura antica e scrive il De re aedificatoria. Progetta un numero ridotto di edifici, dal Tempio Malatestiano a Rimini, alle architetture fiorentine per Giovanni Rucellai, alle opere mantovane, fra le quali la chiesa di Sant’Andrea, il suo capolavoro postumo. Muore nel 1472.