Una lettura filosofica ed emotiva di questo "genere" del Novecento, del fenomeno che mette in crisi la tradizione moderna della mimesi, eppure, paradossalmente, uno strumento unico per esplorare gli elementi costitutivi della pittura.
Il monocromo è un’immagine senza rappresentazione che ha subito, in Frank Stella e Ad Reinhardt, per esempio, un processo estremo di negazione: senza contenuto che l’oggetto stesso, senza disegno né composizione o relazioni interne, senza profondità né rapporto drammatico tra figura e sfondo, senza plasticità né decorazione. Un viaggio nel grado zero della pittura, colore e materia in sé e per sé, di estrema densità fisica e concettuale, tra simbolo, spiritualismo e utopia.