Una summa della civiltà romana sotto la dinastia Flavia (69-96 d.c.) a duemila anni dalla nascita di Vespasiano, l'imperatore che fece costruire Il Colosseo.
Gli scritti dei maggiori specialisti e il potere delle immagini ci restituiscono, con la mostra nell’Anfiteatro e nella Domus sul Palatino che dai Flavi prendono il nome, il vero volto degli imperatori di questa dinastia. Largo fu il consenso di Vespasiano, vecchio militare dall’aspetto di contadino, che riportò la pace e la stabilità politica ed economica dopo gli eccessi di Nerone. Meno fortunato in vita fu il figlio Tito, noto per la sua munificenza come “delizia del genere umano”, una fama forse immeritata vista la crudeltà dimostrata nella distruzione del tempio di Salomone a Gerusalemme e che nel suo breve regno dovette tuttavia far fronte alla catastrofica eruzione del Vesuvio. I vantaggi derivanti dal risanamento di Vespasiano svanirono velocemente e il dispotismo cui fu costretto il fratello Domiziano ne causò l’assassinio e la damnatio memoriae. Il catalogo è diviso in tre sezioni: la prima illustra l’ascesa al potere di Vespasiano e gli eventi che ne furono il teatro, soprattutto la Guerra Giudaica. Seguono contributi sull’ideologia dei Flavi e sui ritratti dei membri della famiglia, sui rilievi storici tra arte e propaganda. La seconda sezione illustra l’attività edilizia che trasformò il volto di Roma, dall’area del Colosseo, al Palatino, ai Fori, al Quirinale, al Campo Marzio. Basti pensare al Templum Pacis, dove passeggiando tra aiuole, fontane e opere d’arte si poteva tranquillamente discutere di cultura. La terza sezione è incentrata sul governo flavio dell’impero, l’urbanistica e l’architettura fuori Roma, l’amministrazione delle province, le proprietà imperiali, con particolare riferimento a Pompei. Testimoni di un’epoca: Plinio e Marziale.