"Possiamo davvero parlare di enigma dell'ora, di qualcosa che non si manifesta ma si deposita sul fondo degli abissi del Tempo..". Al Museo di Capodimonte una nuova installazione di Giulio Paolini.
Maestro dell’arte concettuale italiana Giulio Paolini, già dagli anni Sessanta, si concentra sull’analisi del vedere e sull’arte come struttura linguistica che parla di se stessa. Telai di quadri, barattoli e pennelli – come soggetti/oggetti delle opere – sono i primi passi di un lavoro sempre più profondo e personale, mirato alla verifica continua delle possibilità e delle ragioni della propria esistenza. Così, dopo una breve parentesi nell’Arte Povera, il linguaggio di Paolini si sviluppa progressivamente in un’analisi dello spazio della visione, delle strutture e dei metodi del fare artistico, e delle immagini della storia dell’arte. Un’arte che parla di sé, quindi, capace di provocare nello spettatore una dilazione spazio temporale, enigmatica e labirintica. Per il Museo di Capodimonte, Paolini crea una nuova installazione in grado di evocare il classico e nuovamente sospendere il pubblico in un limbo di ammirazione e progressiva consapevolezza.