Attraverso una costruzione visiva delle poesie d'amore del grande poeta novecentesco Alfonso Gatto la Calcografia diventa un'architettura che suda pensiero, come afferma l'artista.
L’intervento di Caccavale è stato realizzato ad hoc per l’Istituto Nazionale per la Grafica e Calcografia di Roma con l’obiettivo di consentire alla poesia di entrare nel museo e diventare parte integrante di esso. Caccavale ritorna alle antiche tecniche artistiche, fa proprie le loro procedure e discipline, per raggiungere l’essenza del gesto; non ha tradotto iconograficamente dei versi, li ha costruiti fisicamente asportando materiale dal soffitto, senza l’aggiunta di alcun elemento. In questa operazione viene usata una delle tecniche preparatorie dell’affresco, attraverso l’impiego di scalpelli da graffiti. La superficie è stata ripartita a spolvero, tamponata, battuta e poi scavata. Se le due poesie
sono state graffite direttamente sul soffitto della Sala delle Adunanze, uno studiato percorso terreno offre la condizione ideale per scavare nell’opera del maestro. Il lavoro comprende anche una cartella con sei poesie incise a puntasecca, esposte nella storica stamperia dell’Istituto. Il volume, oltre ad alcune note dell’artista, presenta i densi e ispirati testi di Laura Cherubini, Erri De Luca, Maria Antonella Fusco e Antonella Renzitti che descrivono il progetto di Caccavale, documentato dalle foto scattate durante la realizzazione del lavoro alla Calcografia e l’allestimento della mostra. “Lui ricalca sul fondo di un soffitto la distanza che rasenta il confine… È lui l’ultimo amanuense” Erri De Luca.