In uscita una nuova tappa del catalogo ragionato dell'opera di Alighiero Boetti, uno degli artisti più influenti del XX secolo. Il volume tratta gli anni dal 1980 al 1987.
Negli anni ’80 si intensifica la produzione dei lavori su carta, in cui Boetti crea un microcosmo di immagini e iscrizioni. Molte di queste carte sono una sorta di diario sul quale l’artista appunta date, pensieri, riflessioni. Le frasi sono sempre scritte con la mano sinistra in quanto per l’artista “scrivere con la sinistra è disegnare”. Spesso le carte presentano riferimenti a immagini di opere precedenti, con collage di elementi fotografici o serigrafici. L’iconografia autoreferenziale di “Due mani e una matita” ritorna come base serigrafica in diverse opere, tra cui quelle della serie “Tra sé e sé”. In “Afghanistan” l’artista pone al centro della composizione “tra sé e sé” una forma in inchiostro nero contenente le sagome dello stato dell’Afghanistan. Questo è un omaggio che Boetti fa a questo paese, che aveva eletto a suo paese adottivo e nel quale aveva soggiornato a più riprese a partire dal 1971, e che in seguito all’occupazione da parte delle armate sovietiche nel 1980 non avrebbe più potuto visitare.
Costantemente prosegue il lavoro di aggiornamento delle bandiere delle mappe conseguentemente
ai cambiamenti della situazione geo-politica. Come a contrastare questo sentimento di tristezza, Boetti dà vita ad un nuovo ciclo di opere coloratissime, “La natura, una faccenda ottusa”. Sono tecniche miste in cui è spesso predominante l’uso del collage di piccole carte veline dipinte e ritagliate con la forma di animali: rane, tartarughe, scimmie, felini, pesci. Nella seconda metà degli anni ’80 ha un forte impulso il lavoro dedicato agli arazzi di piccola e grande dimensione.